Caravaggio a Siracusa

Opere di Caravaggio in Sicilia
il Seppelimento di S. Lucia

Caravaggio in Sicilia

 

 

 

Il 28 maggio 1606 un duello all’ultimo sangue costringe Michelangelo Merisi a fuggire da Roma dove non farà più ritorno. Nello scontro a quattro in Campo Marzio al gioco della pallacorda rimane ucciso Ranuccio Tomassoni, difficile chiarire i vero motivo della contesa, forse il vero motivo era una storie di donne. Caravaggio viene accusato del suo assassinio e all’arrivo del mandato di arresto si nasconde nei feudi di Marzio Colonna confidando nel perdono del Papa. Iniziano così gli anni della sua latitanza, anni che trascorrerà tra Napoli, Malta e la Sicilia. Qui approda nell’ottobre del 1608, dopo una repentina fuga da Malta in seguito ad una grave contesa con un cavaliere di giustizia. La sua condizione continua ad essere quella di fuggiasco, motivo per cui lo troviamo in un continuo peregrinare tra le varie città dell’isola alla ricerca di un sicuro rifugio. A testimoniare il suo passaggio sono rimaste opere importantissime: il Seppellimento di Santa Lucia è una di queste, è la prima opera siciliana di Caravaggio, il dipinto venne commissionato dal senato cittadino su intercessione di Mario Minniti, suo amico, in occasione del ripristino della Chiesa di Santa Lucia, dove fu collocato probabilmente il 13 dicembre del 1608, giorno in cui si festeggia la santa, patrona di Siracusa. Il dipinto (cm 408x300) è stato eseguito su un supporto costituito da quattro teli di canapa cuciti in verticale; sopra la preparazione a gesso il pittore ha steso una mestica di colore rosso-bruno che viene lasciata a vista per assumere sia la funzione di fondo, sia quella di “mezzo tono” per le figure. Questo espediente tecnico, già utilizzato nel periodo maltese, permette a Caravaggio dei tempi di esecuzione molto brevi, considerando che l'opera viene portata a termine in soli due mesi. La tavolozza, sui toni dei rossi e dei bruni, è composta da ocra rossa, lacche e rosso cinabro, legati ad olio di lino. Caravaggio non ritrae, come era generalmente in uso, il momento del martirio di Lucia: rappresenta, invece, il seppellimento. Il punto di vista dello spettatore è al livello del suolo, dove è adagiato il corpo della santa, come se lo spettatore partecipasse al tragico avvenimento. Tutto è sospeso, lento: il gruppo di personaggi sulla destra assiste alla scena, ma è sulla sinistra il fulcro della composizione, dove le due enormi figure dei seppellitori, lentamente, scavano la fossa. Il doloroso avvenimento si svolge nella parte bassa ed i personaggi sono sovrastati da un immenso spazio vuoto, desolante, forse un riferimento alle catacombe o alla più importante latomia della città, chiamata proprio da Caravaggio l'Orecchio di Dioniso.